E se il futuro della terra e dell’uomo dipendesse anche dai legumi, i cereali, i semi e le noci? Questi alimenti sono tutt’altro che secondari: sono la risposta a tutte le sfide alimentari e ambientali del pianeta.
Nutrire il pianeta: una vera sfida per il futuro
Per riuscire a nutrire 9 miliardi di abitanti nel 2050, la produzione agricola dovrà aumentare del 70% (secondo l’ONU). Si stima già che nel 2030 il fabbisogno mondiale di proteine aumenterà del 40% (stime della FAO). La produzione di proteine di buona qualità per l’alimentazione delle popolazioni rappresenta quindi una scommessa di primaria importanza.
Le proteine vegetali (legumi, cereali, semi e noci) rivestiranno un ruolo di primo piano nella futura transizione agro-ecologica, in vista della combinazione di problematiche demografiche, ambientali ed economiche. Tra queste proteine, i legumi rappresentano il fiore all’occhiello che garantirà l’equilibrio di sistemi agricoli e alimentari sostenibili.
I legumi: in tutto il mondo, tranne che in Europa
I legumi vengono consumati nel luogo in cui vengono coltivati. L’Asia è il maggior produttore mondiale e il terzo consumatore mentre l’America del Sud è il primo consumatore (10,3 kg/abitante/anno), seguito dall’Africa e dall’America del Nord.
L’Europa è la regione mondiale che ne consuma e ne produce meno (meno di 4 kg/abitante/anno). In Francia il consumo sta calando – da 7,3 kg/persona/anno nel 1960 a 1,4 kg nel 2006!
Il ritorno dei legumi: utili all’uomo e al pianeta
La loro immagine è datata e poco attraente (soprattutto in Europa)… Per adesso! I loro benefici, infatti, sono innumerevoli sia dal punto di vista nutrizionale che ambientale ed economico.
Le politiche agricole a livello mondiale e le innovazioni scientifiche stanno cercando di smuovere le coscienze, attraverso tecniche di coltivazione più sostenibili e modalità di consumo più aggiornate e innovative. Il cambiamento è in corso, ma bisogna far girare la voce!
Dal punto di vista ambientale, la coltivazione dei legumi è interessante per varie ragioni:
- contribuiscono a ridurre l’emissione di gas serra (grazie all’assimilazione e alla fissazione nel suolo dell’azoto che producono)
- migliorano la qualità e la fertilità del terreno – preservando la biodiversità – e riducono la pressione fitosanitaria (grazie alla diversificazione delle rotazioni, all’avvicendamento delle colture e alla coltivazione di varietà diverse di leguminose)
- riducono lo spargimento di concimi azotati e l’emissione dei gas associati
- tagliano i costi di produzione (concimi, carburanti, macchinari, ecc.)
L’evoluzione alimentare è in corso
Le politiche agricole stanno diventando più proattive nella promozione delle proteine vegetali. A livello mondiale, la FAO ha lanciato un programma triennale (2014-2017) sull’agro-ecologia (agricoltura sostenibile e alimentazione più equilibrata), nel quale le proteine vegetali occupano un posto di rilievo.
In Europa, la Commissione europea raccomanda l’introduzione dei legumi nelle colture. Le innovazioni tecnologiche daranno il loro contributo al progresso nelle pratiche di consumo.
In tutto il mondo sono in corso importanti progetti scientifici dedicati alle proteine vegetali: LEGATO, Légumes-futur, IMPROVE, PROFETAS, oltre alle iniziative di numerose start-up. L’obiettivo? Rispondere in maniera più efficace alle richieste dei consumatori sul piano sia nutrizionale sia etico.
Prossimamente nei nostri piatti: le proteine vegetali ritorneranno in svariate ricette e preparazioni culinarie, come semolini, pane, biscotti o persino salse o bevande…